Grandi eventi

In una manifestazione che ha fatto della presenza capillare, diretta, continua, informale la proprio "cifra", gli "eventi da piazza" sono volutamente pochi. Ma davvero da non perdere.

 

Gli eventi si svolgono in Piazza Vescovado, in Piazza Veneto e il terzo in Campo Negroni, sempre nel cuore della Caorle più antica.

 

Il primo appuntamento è per le 21 di venerdì 19 settembre, giornata inaugurale del meeting. 

Tra la gente seduta in questa magnifica piazza a due passi dal mare,  Patrizia Valduga leggerà una sua personalissima scelta di poesie di Andrea Zanzotto e di Clemente Rebora, accanto ad altre tratte dalle sue raccolte. 

Solo quella sera si scoprirà quali pagine abbia scelto. Ma la sensibilità di questa straordinaria donna-poeta e la grandezza di lei stessa e degli autori da lei amati sono già una perfetta garanzia di una serata intensa e sicuramente memorabile.

 

Alle 19 di sabato 20 settembre, in Campo Negroni sarà di scena Roberto Citran, attore veneto di eccezionale bravura, elegante, dotato di una splendida recitazione (tra i suoi film più recenti: Notturno Bus, Quattro episodi sul calcio, Lezioni di volo, Mi fido di te, Hotel Randa). Citran renderà omaggio ad alcuni dei massimo poeti delle terre che salgono dalle Lagune. Naturalmente Andrea Zanzotto, trevigiano di Pieve di Soligo, e poi Pier Paolo Pisolini, poeta che restò sempre legato alle terre tra Veneto e Friuli dove visse la sua giovinezza (Conegliano, Belluno, Casarsa della Delizia, Idria, Sacile) ma anche Biagio Marin, il grande cantore di Grado e della sua Laguna. Per concludere con Giacomo Noventa, ovvero Giacomo Cà Zorzi, straordinario (e quasi misconosciuto) poeta nato a Noventa di Piave, che scrisse molti dei suoi capolavori in lingua veneta.

 

Ancora sabato 20, ma alle 21, In Piazza Veneto, verrà rievocata Sylvia Plath, la grande poetessa americana di origine tedesca che si tolse la vita a Londra l’11 febbraio 1963. Sylvia Plath rivivrà in scena nel recital "Inseguimento" grazie all’attrice slovena Sonja Polanc.

"Entro nella torre delle mie paure, / chiudo la porta su quell'oscura colpa, / sprango la porta, tutte le porte sprango. / Il sangue corre, mi rimbomba nelle orecchie: / il passo della pantera è sulle scale, / ora lo sento che sale, che sale", scrive la Plath in "Poesie" del 1956. 

 

La struttura dello spettacolo (progetto d’autore di Damin Zlatar Frey) si snoda attraverso varie »stazioni« del tragico e reiterato autoannullamento dell'identità personale e artistica della poetessa, configurato soprattutto nelle poesie Lady Lazarus e Inseguimento (Pursuit) ed evocato dalla memoria emotiva dell'attrice. Esistenza e poesia si fondono in modo enigmatico: sullo sfondo degli orizzonti immaginari Sylvia attraversa la morte, quel "grande silenzio che appartiene a un ordine totalmente diverso". “Un miracolo vivente” alla fine colora il vuoto. L'autoannullamento si tinge di rosso. Un rosso che colorerà l’intera Piazza.


(Nella foto Patrizia Valduga)