Nel segno del viaggio

 

 

 

Mostra dei libri d'artista di Valeria Bertesina

 

Caorle (VE), Centro Pastorale

19 - 21 settembre, 2008

 

 

 

 

Il libro e la poesia costituiscono un connubio antichissimo. Ma è in particolare coi codici medievali che, in Occidente almeno, il libro, oltrepassando il confine di una pur raffinatissima creazione artigiana, giunge talora allo status di opera d'arte in sé, proponendosi non come mero supporto all'etericità della parola sedimentatasi in scrittura ma come luogo d'incontro di parola e forma, scrittura e immagine che sollecita nello stesso tempo i sensi della vista dell'udito del tatto aprendo il lettore-osservatore a una possibilità di fruizione artistica multiforme e potenziata.

 

Nei codici di poesia figurata e carmi acrostici lo spazio della pagina l'uso del colore la disposizione "iconica" delle lettere concorrono a un risultato artistico complessivo che fonde e supera il binomio libro-contenitore e testo-contenuto.

Sarà soprattutto dalla fine Ottocento e con le avanguardie del primo Novecento che, in Francia e Russia ma anche in Italia, la poesia riscopre e intensamente rinnova l'antico rapporto con l'immagine (e ai carmi figurati ammiccano i moderni calligrammes) e il libro, nel tempo dei caratteri mobili e della riproducibilità dell'opera d'arte, ritorna ad essere opera d'arte, pezzo unico o raro frutto della collaborazione del poeta e del pittore (e del tipografo).

Le sperimentazioni dei Futuristi agiscono sul libro - simbolo della cultura - in modo provocatorio, non solo investendolo delle "parole in libertà" ma riappropriandosi della sua dimensione fisica di materia-segno-oggetto.

 

Negli anni Sessanta l’attenzione si sposta sempre di più verso scatole, teche, contenitori, e a questa vasta tipologia aderiscono gruppi come Fluxus, Pop Art, Arte Povera, Concettuale, Scrittura visuale ecc. Alla parola scritta subentrano l’arte verbo-visuale e la poesia visiva e gli artisti sostituiscono il testo con materiali vari (carte, cartoni, ferro, legno, vetro, cere ecc.), la cui poetica dà vita ad una nuova comunicazione con linguaggi diversi verbo–visuali, poetico-visivi, grafici e materici. Un gesto creativo che denuncia, provoca, produce relazioni, contatti, poesia totale. L’artista interpreta il proprio libro e vi trasferisce pensieri, interrogativi, riflessioni con la forza della materia, con la plasticità della struttura, con la diversità della forma, con la sensibilità del segno, del colore, dei materiali, mettendo in discussione la scrittura a favore di elementi non convenzionali proposti/imposti con l’"alfabeto del visivo" e di particolari caratteristiche in grado di documentare un differente e nuovo comportamento estetico.

 

Nasce così l’oggetto-libro portatore di messaggi ricchi di contenuti e significati anche senza le parole, unicamente con l’armonia della materia. Un libro non più unicamente territorio della cultura letteraria, ma sede importante di "scritture" scaturite dalla sua impronta fisica, che stimola il fruitore a guardarlo e "leggerlo" con la grammatica del visivo. Sono libri in cui la mano costruisce il pensiero in pagine "scritte e scolpite", ma possono anche essere strutture, installazioni, sculture, oggetti. A volte invece il libro-oggetto racchiude la combinazione di parole, testi, immagini, assumendo così il linguaggio della poesia visiva.

 

I libri d'artista di Valeria Bertesina, avvicinando tradizione e modernità, sembrano ristabilire una triangolazione perfetta tra arte libro e poesia: il libro d'artista si propone eminentemente (e con un sapor d'antico) come libro di poesia, frutto di un profondo, persino devoto rispetto dell'artista verso l'arduo orizzonte verbale dei poeti prescelti quali compagni di viaggio. Arte nata dall'arte e in essa rinnovata.

 

Il rapporto tra l'adimensionalità della parola, la bidimensionalità dell'immagine calcografica, la tridimensionalità oggettuale del libro è ispirato a un ideale di equilibrio e purezza.

 

L'immagine calcografica sembra consustanziale al testo, come se fosse il nero seme della scrittura seminato nel campo bianco del foglio a rifiorire nel bianco e nero dell'immagine. E al contempo questa dipende sempre dal testo quanto una composizione musicale dipende dalla poesia che l'ha ispirata.

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Valeria Bertesina ha frequentato il “Liceo Artistico Statale” di Padova, l'"Università Internazionale dell'Arte" di Venezia, la "Scuola Internazionale di Grafica" di Venezia, vari stage di pittura e grafica in Italia e Germania.

Dirige laboratori di disegno e pittura ad acquerello, di grafica e libro d'artista.

Insegna libro d'artista presso la "Scuola di Arte e Scienza della Legatura" di Vicenza e presso il "Centro internazionale Arti Calligrafiche" di Roma. Tiene corsi di acquerello e taccuino d'artista in Italia e all'estero.

Ha esposto a mostre personali e collettive di libro d'artista in Italia e all'estero, dedicando particolare attenzione al rapporto segno grafico-segno poetico.

Suoi libri si trovano in varie collezioni, archivi e fondi, tra cui l'Archivio della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

 

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Locandina della mostra
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