Le Lezioni di Patrizia Valduga
Christoph Wilhelm Aigner
"In principio era il Verbo"
.......Inizia così il vangelo di Giovanni, "Tutto è stato fatto per mezzo di lui"; e poi, al versetto 14: "E il Verbo si fece carne …".
.......Trovo convincente che in principio ci fosse il "verbo", che tutto sia iniziato con la parola. Senza la parola, non avremmo nemmeno
"Dio".
Fra i versi di Patrizia Valduga si legge: "Sa sedurre la carne la parola,/ prepara il gesto, …", e: "Sa anche farsi carne la parola, per i nostri piaceri ultraterreni …" E anche: "Oh torna a
visitarmi mio signore, …".
.......La parola si è fatta carne. Ecco perché in poesia si parla anche di corpo testuale.
.......E, in effetti, io sono anche convinto che le poesie si possano considerare come esseri viventi. Che non consistano solo di parole, come una persona non
consiste solo della sua sostanza visibile.
.......Come noi, da quando possediamo la parola, non ci aggiriamo più nudi per il mondo, così anche un "essere poetico" ha bisogno di una sua forma esteriore,
di una veste. Che può essere fatta di rime, tessiture di consonanti e vocali, modulazioni ritmiche.
.......E qui (oltre alla sua "Lezione d’amore") Patrizia Valduga impartisce una lezione che ritengo unica nella poesia dal ventesimo secolo a oggi: una
lezione formale. Lei veste i suoi corpi poetici, dalla testa ai piedi, con rime e talvolta addirittura con rime ormai da molto tempo ritenute inutilizzabili. Sembrava proprio che tessuti in cuore
– amore –signore – muore - fiore ormai non si portassero più. Ma ecco che Patrizia Valduga gli mette dentro nuova vita, e si scopre che questi abiti si possono indossare con eleganza. Come una
stoffa pregiata che, rivestendo tutto, sottolinea le movenze del corpo, come a dire: questo è il mio corpo, esposto e disposto ad ogni tenerezza e ogni crudeltà. L’incarnazione ha previsto così.
E la poesia ha previsto la dedizione: prendete, queste sono le mie parole; senza dedizione non c’è poesia, né in parole, né in immagini né in suoni.
.......Oggi ho l’onore di poter passare a Patrizia Valduga il particolare titolo di "Testimone". Ma non senza aver prima fornito le prove che i suoi corpi poetici, avvolti in tali vestiti, fanno effetto anche in un’altra lingua. Traduzioni che riprendono tutte le rime dell’originale.
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