Testimonial: Emilio Isgrò

"La cancellatura non è una banale negazione ma piuttosto l’affermazione di nuovi significati: è la trasformazione di un gesto negativo in un gesto positivo. [...] In ogni caso, chiunque opera e chiunque sceglie, cancella. Cancella delle cose per privilegiarne altre. Il destino, la sorte o gli scrittori, privilegiano tutti una cosa al posto di un’altra."

(Emilio Isgrò).


Nato (nel 1937) e cresciuto a Barcellona di Sicilia, scrive le prime poesie sotto la guida del padre - ebanista, compositore e titolare di un’orchestrina da ballo - vincendo nel '54 e '55 il premio di poesia inedita Luigino Gemelli.


Dopo la maturità classica, nel 1956 si trasferisce a Milano iscrivendosi alla facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica e pubblicando la raccolta di poesie Fiere del Sud, che viene accolta con favore da Elio Vittorini, Pier Paolo Pasolini e da altri protagonisti del panorama letterario italiano.


Nei salotti e ritrovi culturali milanesi conosce e frequenta artisti come Enrico Baj, Arnaldo Pomodoro ed Elio Pagliarani, che lo invita a collaborare alla terza pagina dell’Avanti!


Giuseppe Longo, direttore del Gazzettino, lo chiama poi a Venezia come responsabile della terza pagina e dei supplementi culturali del giornale. A Venezia conosce fra gli altri Eugenio Montale e Aldo Palazzeschi stringendo amicizia con Giovanni Comisso ed Ezra Pound.


Fino al '67 lavora come cronista e inviato del suo giornale, viaggiando per l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti. Contemporaneamente realizza le prime Cancellature, enciclopedie e libri completamente cancellati che concorrono allo sviluppo della “poesia visiva” e dell’“arte concettuale”collocandolo fra gli artisti dell`avanguardia intellettuale. "La parola è morta", dichiara, pubblicando nel 1966 Dichiarazione 1, in cui prende le distanze dalla poesia concreta e da quella tecnologica proponendo la sua personale concezione di poesia come “arte generale del segno”.


 

Rientrato a Milano nel 1968 in veste di redattore del settimanale Oggi, partecipa dal '72 in poi a diverse edizioni della Biennale d’Arte di Venezia ricevendo nel 1977 il primo premio alla XIV Biennale d’Arte di San Paolo del Brasile.

 

Negli anni '80 contamina la propria produzione artistica con influenze musicali proponendo grandi spettacoli e installazioni musicali. Dopo aver pubblicato nel 1990 una nuova Teoria della cancellatura, due anni più tardi partecipa alla mostra collettiva The artist and the book in twentieth-century Italy, organizzata dal MoMA di New York, che rappresenta la consacrazione definitiva della sua opera a livello internazionale.

 

La sua partecipazione nel 1994 alla mostra I libri d’artista italiani del Novecento della Peggy Guggenheim Collection di Venezia gli apre le porte negli anni successivi a una serie di grandi mostre antologiche a Palermo, Rovereto e Prato, e infine alle mostre Fratelli d’Italia del 2009 a Milano ed Emilio Isgrò. Disobbedisco. Sbarco a Marsala e altre Sicilie in scena fino a settembre 2010 a Marsala.


(Tratto da: RAI Cultura - Arte & Design)